Lettera a Francesca Maletti
Cara Francesca,
ieri sera, scorrendo i quotidiani con le cronache locali, che riferivano della tua iniziativa di domenica al Baluardo, ho letto sulla Gazzetta, nel contesto di spunti polemici tra candidati, questa tua affermazione: “… Così come ho rispetto per chi ha fatto l’assessore 15 anni fa (Silingardi) in una Giunta le cui scelte le paghiamo anche oggi”. “Paghiamo” è un verbo che lascia intendere una connotazione fortemente negativa, come un danno che sia derivato da decisioni delle Amministrazioni che ho guidato, e anche per questo me ne prendo carico.
Se è stato uno scivolone verbale, resta spiacevole (perché è una censura gratuita espressa in un contesto pubblico), ma confido che vorrai correggerti ( “Se sbaglio mi corrigerete” ebbe a dire simpaticamente anche Papa Vojtyla ).
Se invece riflette un’opinione, è doveroso tu ne chiarisca il significato, proprio in quanto candidata Sindaco: di solito espressioni come quella che hai usato segnano una radicale discontinuità non da singoli atti, che possono sempre essere opinati, ma dal profilo complessivo di un ciclo amministrativo. E quello a cui ti riferisci fu denso di progettualità e realizzazioni, compresi cantieri in itinere e somme finalizzate su cui, come normalmente capita, ha potuto contare l’amministrazione di cui hai fatto parte per completare servizi e opere nell’interesse della città.
“ I cittadini modenesi col loro voto hanno premiato nove anni di buona amministrazione, e dato grande fiducia al nuovo Sindaco” dissi in Piazza Grande la sera delle elezioni, in quel 2004, prendendo commiato. Un giudizio che, in generale, mi pare di trovare confermato quando vivo la città e incontro cittadini che hanno memoria di quegli anni.
Non so se ascrivere il tuo sbrigativo passaggio ai toni un po’ ruvidi della competizione per le primarie: come sai ho dichiarato la mia scelta per Muzzarelli, e proprio ieri, su questo sito e in una newsletter, ne davo ragione. Chi avrà curiosità di leggere le mie analisi e motivazioni troverà argomenti a sostegno della preferenza, non rintraccerà alcuna valutazione a discredito sugli altri candidati. Non è buona educazione: è la buona politica, quella smarrita.
Mi spiace che, per caratterizzarsi, ci si definisca “a contrariis”: se si hanno idee volitive e personalità si guarda avanti E’ questo che serve alla città: lasciare perdere polemiche sterili e dibattiti inconcludenti, che immiseriscono la qualità del confronto, e soprattutto non sacrificare sull’altare di qualche convenienza del momento il capitale sociale che la comunità e l’azione di governo hanno sedimentato: è un patrimonio comune, da mettere a valore. Sarò comunque lieto di leggere le tue eventuali precisazioni in merito.
Cordiali saluti
Giuliano Barbolini