Per la precisione…
In queste settimane, le cronache quotidiane hanno dato conto, in più occasioni, della diversità di vedute in ordine al progetto di recupero dell’ex Ospedale civile S. Agostino, finanziato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena d’intesa con il Comune di Modena e il Ministero dei Beni culturali, e la posizione di Italia Nostra, contraria al trasferimento della Biblioteca Estense e della Biblioteca Poletti dal Palazzo dei Musei alla nuova sede.
Non intendo qui entrare nel merito della questione: ce ne sarà tempo e modo in relazione anche all’evolvere del dibattito che sicuramente impegnerà la città con l’avvio del cantiere. Mi preme invece fornire un chiarimento, riguardo a una circostanza specifica, riportata da un quotidiano locale. Dando conto di un incontro svoltosi la settimana scorsa presso l’Accademia di Scienze, lettere e arti, in cui si era dibattuto del tema, anche con toni assai vivaci, il giornalista riportava, tra le altre, le perplessità dell’ex Direttore dell’Estense , e ora Presidente dell’Accademia, Ernesto Milano, che, cito dall’articolo, diceva: “Quello migliore per l’Estense era il trasferimento nell’ospedale Estense sul retro del Palazzo dei Musei, al ministero avevo trovato i fondi, ma il Comune che vendeva il palazzo al Ministero pretendeva poi di avere gli spazi al piano terra e non se ne è fatto nulla. Quei soldi poi vennero dirottati alla Biblioteca di Bari, ma erano miliardi di lire destinati alla nostra città”.
Quando ho letto, ero in treno, e sono saltato sul sedile, poi al giornalista che mi chiedeva conto se davvero ai miei tempi il Comune si fosse lasciato sfuggire soldi (comunque sarebbero stati euro, non lire) e occasione, non avendo cognizione di cosa si fosse effettivamente detto nell’incontro, e neppure avendo agio di poter inquadrare un tema oltremodo complesso in poche battute, ho semplicemente risposto: “ricordo che il progetto del trasferimento c’era, ma è errato dire che fu il Comune a impedirlo… E nero su bianco l’ assegno del Ministero non lo vidi mai”.
Non intendo entrare in polemica con Milano, di cui sono stato collega quando ho lavorato in gioventù alla Biblioteca Estense, e con cui ho da allora cordialità di rapporti, ma non nascondo che mi ha seccato molto apparire come chi può aver trascurato un vantaggio per la città, a maggior ragione quando del tema io personalmente, e il Comune, se ne era fatto carico con assoluta sollecitudine, istruendo le condizioni per la sua soluzione. Così, sono andato a rovistare tra le mie carte, e ho trovato una nota stampa dell’ottobre 2011, che riporto:
“Il Sindaco Giuliano Barbolini ha incontrato stamani i parlamentari modenesi, assieme ai capigruppo consiliari, per informarli di aver inviato una lettera alla direzione generale del Ministero per i beni e le attività culturali relativamente all’ipotesi di acquisto, da parte del Ministero stesso, dell’Ospedale Estense, quale sede per ampliare la presenza e le attività degli istituti culturali statali già presenti in città all’interno del Palazzo dei Musei. Nella lettera il sindaco parte dalle valutazioni emerse da una serie di contatti e da un incontro svoltosi nel maggio scorso proprio presso il Ministero, al quale erano presenti i vari soggetti interessati, in rappresentanza dell’ente locale, dei diversi istituti statali cittadini e delle Sovrintendenze. In tale incontro emerse una comune valutazione che il trasferimento delle funzioni presenti nell’Ospedale Estense all’interno del nuovo Polo ospedaliero di Baggiovara costituisse una occasione imperdibile di sviluppo degli spazi per i diversi istituti culturali (Galleria e Biblioteca Estense in particolare). Il Comune e l’Azienda Usl, proprietari dell’edificio che ospita l’Ospedale Estense, col procedere dei lavori del Polo di Baggiovara dovranno procedere alla vendita di questo immobile proprio per garantire all’Azienda Usl una quota di finanziamenti per la nuova sede ospedaliera. Partendo da questi presupposti Barbolini ha ora avanzato al Ministero la proposta di attivare un accordo di programma che consenta di arrivare a decisioni definitive sull’utilizzo degli spazi. L’ipotesi di accordo ha tra i suoi elementi fondanti l’acquisto dell’edificio da parte del Ministero. Attualmente gli istituti culturali statali sono ospitati all’interno della struttura del Palazzo dei Musei e necessitano di ulteriori spazi per lo sviluppo delle rispettive attività. Nell’incontro odierno coi parlamentari il sindaco, nell’informarli dell’iniziativa assunta, ha sollecitato un loro interessamento affinché il percorso di sviluppo e ampliamento dell’offerta culturale ed espositiva in città possa procedere con celerità. Analoga informazione è stata trasmessa al Ministro Carlo Giovanardi. “L’ampliamento degli spazi destinati a raccolte e istituti che sono di assoluto livello internazionale – ha detto il sindaco – costituisce un obiettivo importante per la città. Utilizzare a questo scopo la sede dell’Ospedale Estense rappresenta la soluzione naturale. Avvicinandosi la conclusione dei lavori per il Polo di Baggiovara sono maturi i tempi per definire una soluzione certa anche sul futuro dell’Estense. Per questo ho scritto al Ministero, sulla base anche del positivo andamento di un incontro che avevamo avuto, cui erano rappresentate le diverse direzioni generali del Ministero stesso. L’impostazione era condivisa da tutti. Ora occorre dare concretezza a questo percorso”.
Da allora, potrei documentare le molteplici sollecitazioni successive, cui ha fatto riscontro l’assordante silenzio del Ministero per i Beni Culturali in ordine all’assunzione di responsabilità, o anche solo la manifestazione di disponibilità, rispetto agli oneri necessari per l’acquisto. Proprio prendendo atto della situazione, e non volendo rinunciare a cogliere l’occasione irripetibile di un grande progetto di riordino del complesso degli Istituti culturali e di una straordinaria riqualificazione di una parte del centro storico, il Comune si adoperò per ampliare gli interlocutori, coinvolgendo la Fondazione Cassa di Risparmio come soggetto di finanziamento e attuazione.
Le fasi di definizione degli accordi e di specificazione delle soluzioni adottate tra la stessa Fondazione, il Comune e il Ministero appartengono al periodo successivo alla conclusione del mio mandato, e compete perciò ad altri darne conto: quel che è certo è che, se soluzioni di sistemazione diverse avrebbero potuto a quel tempo essere esperite, e risorse eventualmente destinate a questo scopo, il fatto che non si siano potute allora concretizzare è solo ed esclusivamente ascrivibile a responsabilità e valutazioni del Ministero per i Beni e Attività Culturali.