Un pensiero nel ricordo delle vittime e dei crolli

21 Mag
21 Maggio 2014

In questi giorni ricorre il secondo anniversario del terribile sisma del 20 e 29 maggio 2012 che ha devastato particolarmente la bassa modenese, insieme ai territori di altre cinque province.

Da allora, grazie al lavoro indefesso delle popolazioni, delle imprese e dei lavoratori dell’area, sostenuti dal ruolo delle istituzioni e del volontariato, dopo aver fronteggiato l’emergenza in modo encomiabile, si è avviato uno sforzo straordinario per la ricostruzione: molto resta ancora da fare, ma la direzione in cui ci si muove è quella giusta, e sarebbe davvero esemplare se l’esperienza emiliana fosse presa a base per dotare finalmente il nostro Paese di una legge moderna e adeguata sulle calamità naturali. Ad evitare, come abbiamo dovuto toccare con mano nella nostra drammatica esperienza, che quando succede un evento calamitoso naturale (e purtroppo capita di frequente), ogni volta si debbano improvvisare le risposte partendo da zero, con il rischio di subire i condizionamenti della situazione economica congiunturale del momento, e l’effetto di assumere disposizioni sperequanti nei confronti dei cittadini.

Non posso, al riguardo, non ricordare l’enorme lavoro fatto come parlamentari PD, tra Camera e Senato, per conquistare punto su punto, in asse con l’azione della Regione e del Commissario Errani, le varie misure di aiuto e risarcimento, nel corso del 2012, e fino all’ultimo provvedimento, ottenuto in “zona Cesarini”, nel gennaio/febbraio 2013, all’ultimo respiro della XVI legislatura, in cui si sanciva come finalmente operativo ed esigibile il principio del rimborso al 100% per cittadini ed imprese delle zone del terremoto, che avessero subito danni alle abitazioni e agli immobili per le attività produttive.

Un risultato giustamente atteso dalle popolazioni ed operatori interessati, a coronamento degli sforzi fatti fino ad allora (in cui si è distinto, per impegno e determinazione, soprattutto il PD, ad ogni livello), per conseguire, nonostante le lacune del quadro normativo e l’assoluta carenza di risorse, almeno la gran parte di quanto necessario per risarcire i danni e promuovere la ricostruzione. E dopo i risultati ottenuti sui danni indotti e sul prestito per conseguire una proroga dei pagamenti fiscali con successiva rateizzazione, il riconoscimento del risarcimento al 100% (affidato alle decisioni dei Commissari straordinari per gli aspetti attuativi) era la tessera che fino a quel momento mancava, per mettere su basi concrete l’improbo compito della ricostruzione. Come ho già avuto modo di ricordare,  avere avuto una parte di primo piano nella sua concretizzazione, intervenendo con un emendamento un pò “corsaro” su un decreto rifiuti in via di conversione, è stata  per me una grande soddisfazione. Anche perché, come dissi in Aula, non poteva esserci modo migliore di così per concludere la mia esperienza di parlamentare.

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