Un sentito pensiero di stima e amicizia.

04 Lug
4 Luglio 2014

Come si apprende sui quotidiani di oggi, ieri è mancato Germano Bulgarelli. Sindaco di Modena dal 1972 al 1980, e in precedenza Assessore all’urbanistica (suo il PRGC del ’65) nella Giunta Triva, più una duplice esperienza di Assessore regionale, alla sanità prima di fare il Sindaco, e successivamente alla programmazione,  fino al 1987. 

Qui il mio pensiero va all’esperienza compiuta, da giovane dirigente dei servizi culturali del Comune, chiamato da lui alla funzione di capo di gabinetto tra il 1975 e il 1980: un punto di osservazione e lavoro, una “scuola” di formazione e di pratica, di cui sono grato, perché mi ha permesso di crescere culturalmente, professionalmente e politicamente. Condividevo allora, con tanti altri giovani entrati in Comune in quegli anni, la motivazione a essere protagonista di una stagione di cambiamento nel modo di operare della pubblica amministrazione a servizio della comunità e del bene comune: ideali che nell’azione amministrativa del  Comune di Modena, su impulso di Bulgarelli e sostegno dell’allora PCI, trovavano appassionata partecipazione, grande consenso pur nella vivacità del confronto politico e della battaglia delle idee, e soprattutto, nella percezione reale della città, una efficace e tangibile concretizzazione.

Molti hanno già sottolineato, e altri lo faranno, le sue grandi capacità di amministratore, e la lungimiranza della visione, che ha avuto modo di esprimersi al meglio sia nel suo lavoro di Sindaco per la città (fondamentale la stagione dei comprensori per l’equilibrio urbano e lo sviluppo dei servizi) sia nella costruzione del policentrismo regionale, imperniato sulla valorizzazione delle vocazioni dei territori senza dispersioni localistiche di competizione emulativa. Un grandissimo contributo di elaborazione e innovazione di cui fu portatore: un’azione forse interrotta, è sempre stata mia opinione, quando ancora poteva produrre molto nella pratica politica ed amministrativa, regionale e non solo.

Colto, preparato, gran lavoratore, con forte personalità e autonomia di giudizio, è stato tra i più importanti e riconosciuti esponenti del PCI, prevalentemente come amministratore, espressione della capacità di buon governo riformista propria della tradizione modenese ed emiliana.

Ricordo che, a conclusione del suo mandato di Sindaco, dopo aver riassunto con un’amplissima relazione il tanto, tantissimo lavoro fatto e le realizzazioni compiute negli anni, che costituivano il viatico anche per la campagna elettorale incombente, (e che fu un successo, come già era avvenuto per il 1975), terminò il suo intervento, nella grande sala del Federale della sede di Viale Fontanelli, stracolma di militanti ed iscritti, con una citazione di San Paolo: “bonum certamen certavi, cursum consummavi, fidem serbavi” (dagli Atti degli Apostoli: “Ho combattuto una buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede”).

Era il suo modo di rispondere anche a polemiche che avevano accompagnato alcuni passaggi della sua esperienza di Sindaco, in relazione a scelte urbanistiche divenute terreno di strumentali e interessate controversie, attraverso una rivendicazione orgogliosa della bontà dell’azione di governo e delle coerenze a principi e valori cui si era informata. Allora, quel riferimento così autorevole e inusuale, almeno dato il contesto, fece un po’ sorpresa e anche notizia.  A me è rimasto impresso, perché la sentii un’espressione con profondità di senso e di grande efficacia.

L’ho richiamata, perché quella chiosa, che allora aveva a riferimento una peculiare esperienza politica e amministrativa, si adatta bene a riassumere il senso più compiuto di tutta la sua vicenda umana e terrena.

Con mestizia, caro Germano, ti accompagna il mio pensiero, con un abbraccio affettuoso e riconoscente.

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  1. Stefano says:

    Bravo Giuliano, hai fatto un ottimo ricordo.
    L’ho pubblicato anche sulla mia pagina Facebook.

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